- Paul Robison
- Febbraio 9, 2025
- 3:47 pm
Dall’ascesa al trono di Roboamo alla caduta di Samaria – (1 Re 12—22; 2 Re 1—17)
I. INTRODUZIONE.
Da questo punto il fiume della storia ebraica si allarga e si divide in due correnti. La storia si complica con aggiunta di dettagli. Fino ad ora i nostri capitoli corrispondevano a periodi cronologici. Secondo questo piano i titoli di questo capitolo e del prossimo dovrebbero essere “Il regno diviso” e “Giuda da solo”, ma, nell’interesse dell’unità storica e della semplicità, forse è meglio trattare separatamente i due regni nei quali si divide la nazione.
1. Origine dello scisma.
a. Le sue radici
“La disgregazione del regno non è il lavoro di una giornata ma il frutto di secoli.” Per tutto il lungo periodo che va da Giosuè a Davide, anziché di Giuda, erano preminenti le due tribù di Giuseppe (Efraim e Manasse) e di Beniamino:
- Giosuè, Debora e Samuele erano della tribù di Efraim;
- Gedeone e Abimelek della tribù di Manasse;
- Saul e Gionathan della tribù di Beniamino.
La tribù di Efraim, soprattutto, aveva mostrato più di una volta di sentirsi orgogliosamente superiore e indipendente (vedete Giosuè 17:14-18; Giudici 8:1-3; 12:1-6), e gli eventi che seguono dimostrano che aspettava il momento buono per rompere con il regno di Giuda.
b. L’ascesa e la politica di Roboamo.
“Salomone aveva mille mogli e un solo figlio, e questi era uno sciocco.” Dopo l’ascesa di Roboamo il popolo gli chiede di alleggerire le tasse, che sotto Salomone erano diventate molto pesanti. Roboamo non segue i consigli dei suoi consiglieri più anziani e segue invece quelli degli uomini più giovani, rispondendo che “il suo mignolo era più grosso dei fianchi del padre”.
c. Geroboamo e la rivolta.
Salomone aveva avuto un ufficiale capace, che si chiamava Geroboamo. È significativo che egli fosse della tribù di Efraim. A causa dell’idolatria di Salomone, che violava la legge fondamentale della teocrazia, il profeta Ahijah aveva predetto la divisione del regno e l’ascesa di Geroboamo su dieci tribù. Geroboamo viene sospettato da Salomone e fugge così in Egitto, ritornando dopo la morte di Salomone. Quando Roboamo rifiuta sdegnatamente di alleggerire le tasse, Geroboamo comanda una rivolta a capo di dieci tribù. Questo risulta nei due regni rivali:
- Oltre alla tribù di Giuda, il regno di GIUDA include la maggior parte di Beniamino e, apparentemente e con l’andar del tempo, anche la tribù di Simeone che era isolata nell’area più a sud di Israele[1].
- Il regno del nord è composto dalle dieci tribù, conosciuto come ISRAELE.
2. Il paragone fra i due regni.
a. Territorio e popolazione.
In modo evidente il regno del nord è più di carattere nazionale di quello del sud. Include dieci delle dodici tribù, per cui detiene un nome nazionale, Israele. I suoi territori non solo sono molto più estesi ma sono anche molto più ricchi, sia in risorse naturali che in associazioni storiche. Mentre Giuda ha Gerusalemme e Hebron, Israele possiede:
- Sichem, con il suo bagaglio di memorie,
- Sciloh, dove è la prima casa del tabernacolo,
- Bethel, Rama, Ghilgal, dove Samuele aveva stabilito delle scuole di profeti,
- Dan, che da molto tempo era sede di culto (Giudici 18:14-31).
Inoltre, le dipendenze e le alleanze dell’impero ancor stabilito, se non altro quelle che rimanevano stabili, appartengono per la maggior parte a Israele. Ma, con il passar del tempo, Israele perde i suoi leviti ed altri elementi spirituali che emigrano in Giuda (2 Cronache 15:9).
b. La religione.
I re di Israele, dal primo all’ultimo, sono idolatri e il popolo diventa sempre più pagano. Ma è interessante notare che quasi tutti i primi grandi profeti o sono d’Israele o sono mandati in missione ad Israele. Ahijah, Scemia, Elia, Eliseo, Micaiah, Giona, Osea, Amos, Zaccaria e Jehu sono tutti, o per nascita o per missione, profeti del nord. Anche se spesso idolatra Giuda è più fedele a Dio.
- I fattori di stabilità
I fattori che rivelano la grande stabilità di Giuda sono i seguenti:
- Giuda ha sempre un antica capitale, che è Gerusalemme, la città di Davide e di Salomone e del tempio. In Israele, invece, si succedono diverse capitali: Sichem, Tirtsah e Samaria.
- Israele sussiste per 250 anni, ma in questo tempo nove dinastie e 19 re si succedono al trono. Ogni nuova dinastia nasce da una rivoluzione sanguinaria per poi essere sterminata da altro sangue. Giuda sussiste per circa 400 anni con solo 20 regnanti e tutti, eccetto per l’usurpatrice Athaliah, sono della stirpe di Davide.
II. I QUATTRO PERIODI.
La storia del regno del nord può essere divisa in senso religioso in quattro periodi comunque diversi fra loro:
1. L’idolatria mette le radici; 50 anni, 3 dinastie e 5 regnanti.
Il principale personaggio è Geroboamo, fondatore del regno. Temendo l’effetto politico di un unico centro di culto, situato nella capitale del rivale, sceglie nei suoi territori Dan nel lontano nord e Bethel nel profondo sud. Entrambi erano già considerati dal popolo luoghi sacri. E lì Geroboamo instaura una forma di idolatria conosciuta come il culto del vitello.
Si può ricordare che era la forma di idolatria egiziana, che Israele accoglie nel Sinai e a cui Geroboamo stesso aveva aderito poco tempo prima in esilio in Egitto. Probabilmente non doveva essere intesa come un abbandono di Dio ma come un utilizzo di un’immagine visibile dell’invisibile Dio. Quindi era una violazione più del secondo comandamento che del primo.
Le idolatrie di Salomone ci sembrano peggiori, ma lo storico sacro non riesce a parlare di Geroboamo senza un fremito: “perché ha peccato lui e ha fatto peccare Israele” (1 Re 14:16) sono le parole che, da allora, identificano Geroboamo.
Israele si trova al bivio. Per volere divino egli stabilisce una dinastia e un regno. Quella dinastia e quel regno avrebbero potuto avere un destino glorioso, ma molto dipende dal fondatore, se sia un Abrahmo o un Geroboamo.
Geroboamo, con la sua politica per metà mondana e per metà religiosa, rovina per sempre le prospettive d’Israele. Crea anche una nuova stirpe di sacerdoti e un nuovo sistema di feste religiose. Questa linea sembra al momento una saggia politica, ma alla fine si dimostra rovinosa. La sicurezza politica d’Israele si poggiava sulla sua purezza religiosa. I rimanenti re del periodo sono Nadab, Baasha, Elah e Zimri.
L’ultimo, come Baasha, è un usurpatore e muore dopo un regno inglorioso di sette giorni. In tutto questo periodo Israele e Giuda sono in uno stato permanente di ostilità, che a volte sfocia in guerra aperta.
2. L’idolatria trionfa; 50 anni, 1 dinastia, 4 regnanti.
a. Omri e la nuova capitale.
Il fondatore della dinastia è un ufficiale dell’esercito che si chiama Omri. Sconfigge velocemente l’usurpatore Zimri e vince nella guerra civile contro un avventuriero di nome Tibni, assicurandosi un trono stabile. Zimri aveva bruciato il palazzo reale, con sé dentro, a Tirtsah. Omri abbandona Tirtsah, compra e costruisce Samaria che rimarrà la capitale d’Israele fino al crollo del regno e darà, da ora in poi, il suo nome al territorio e al popolo.
b. Achab; Jezebel; il culto di Baal.
Il figlio di Omri, Achab, sposa Jezebel, figlia di Ethbaal, sacerdote-re di Sidon. Questo sangue e questa religione pagana scorrono come veleno in diverse generazioni di regnanti ebrei in entrambi i regni. Jezebel è una donna con una volontà di ferro e uno zelo fanatico e il cui nome, da quasi tremila anni, è sinonimo di ciò che può abbrutire l’essere femminile. Introduce il culto licenzioso di Baal e inizia una persecuzione così feroce del culto a Dio, che si poteva ancora trovare nel popolo, che lo estirpa quasi completamente.
c. L’epoca di Elia.
L’unico bel personaggio di questo periodo è il profeta Elia. Con molto coraggio egli mette Achab di fronte ai suoi peccati. Profetizza una carestia di tre anni come pena per l’apostasia nazionale, viene nutrito dai corvi al torrente Kerith e, più tardi, dalla vedova di Sarepta nel paese stesso di Jezebel.
Infine affronta di nuovo Achab, convocando un’assemblea nazionale sul Monte Karmel dove propone alle centinaia di sacerdoti-profeti di Baal e d’Astarte un confronto: il Dio che risponde con il fuoco sarà il Dio della nazione. Tramite la risposta divina che consuma il sacrificio di Elia, per un po’, il popolo meravigliato viene riconquistato e distrugge così i profeti di Baal. Come ulteriore risposta alla preghiera di Elia la lunga carestia viene interrotta da abbondante pioggia ed Elia corre in trionfo davanti al carro di Achab fino a Jezreel. Ma l’indomita Jezebel manda un messaggio minaccioso ad Elia, che fugge sul monte Horeb. Lì Dio si manifesta al profeta demoralizzato e gli dice che c’è un residuo di settemila, che non hanno mai piegato le ginocchia a Baal, un “Israele dentro Israele”, e lo rimanda a finire il suo lavoro.
Elia ritorna, unge Eliseo come profeta al suo posto, annuncia la rovina della casa di Achab e ben presto viene portato in cielo da un carro di fuoco, mentre la dinastia di Omri e Achab viene estirpata col sangue dallo spietato Jehu. Dopo Mosé nessun altro profeta nella storia ha mai lasciato un’impressione così forte nella mente ebraica. Intorno al suo nome si intrecciano leggende e proverbi, e il suo ritorno viene affettuosamente previsto dall’ultimo profeta del Vecchio Testamento e atteso dalla gente del Nuovo Testamento. Ma, nonostante ciò, non ci è pervenuto quasi nulla di ciò che egli ha scritto o detto.
Come Giovanni il Battista, di cui è precursore, ciò che fa più che ciò che dice lo pone nelle prime posizioni dell’elenco dei profeti ebraici.
d. Le relazioni politiche
I restanti re della casa di Achab sono Achaziah e Jehoram. Le ostilità contro Giuda continuano fino all’ultima metà del regno di Achab, quando si forma un’alleanza contro la Siria, cementata da un matrimonio fra le due famiglie reali. Sono frequenti le guerre contro la Siria e Moab si libera dalla dipendenza che aveva avuto dai tempi di Davide.
Una nuova ed interessante luce viene gettata su questo periodo dalla Pietra di Moab[2]. La lontana Assiria, anticamente molto potente in tutta la regione del Mediterraneo, emerge di nuovo dall’oscurità, in cui era caduta per 150 anni, e inizia un’attività che ben presto divorerà molti piccoli regni dell’ovest.
Da ora in poi le iscrizioni assire spesso faranno luce sulla nostra storia.
3. L’arresto dell’idolatria; 100 anni, 1 dinastia, 5 regnanti.
Questo è il periodo di più alta prosperità in questo piccolo regno, ma è l’ultimo baleno della fiamma, “l’ultimo momento d’oro” di Israele.
Eliseo prende in mano il lavoro di riforma e ha più successo di Elia. Jehu, fondatore della dinastia, stermina la casa di Achab in una rivoluzione turbinosa e, insieme ad essa, anche il culto di Baal, ma riprende anche il culto del vitello di Geroboamo.
Gli succedono Jehoahaz, Joas, Geroboamo II e Zaccaria. Geroboamo II regna per 41 anni e porta il regno al suo maggior potere. In questo viene aiutato dal profeta Giona, che viene mandato in missione a Ninive, che, in questo periodo, sta conquistando la supremazia sull’Asia occidentale. Anche il profeta Osea alza la sua voce eloquente contro le idolatrie di Israele.
4. L’idolatria finisce fra le rovine; 50 anni, 4 dinastie, 5 regnanti.
I re, alcuni dei quali semplici marionette d’Assiria, sono Shallum, Menahem, Pekahiah, Pekah e Hosea.
Gli assiri cominciano il lavoro di deportazione durante il regno di Menahem. Pekah, un sovrano alquanto vigoroso, forma un’alleanza con la Siria contro l’Assiria e il piccolo Giuda, che era tributario di Assiria.
Tiglath-Pileser III d’Assiria vince sul regno di Siria e carica Israele di pesanti tributi. Arriva la fine quando Hosea si ribella al giogo d’Assiria. Shalmaneser IV invade il paese e assedia Samaria. La città tiene duro per tre anni.
Durante questo tempo Sargon succede a Shalmaneser nel trono d’Assiria, completa l’assedio e cattura Samaria, portando le dieci tribù in cattività, da cui non ritorneranno mai più. Infedeli a Dio e alla loro missione di nazione, perdono per sempre la loro identità nazionale.
Gli assiri, portati nel paese, si mescolano a ciò che rimane delle dieci tribù.
Questa razza mista, con una religione ibrida, continua per secoli e costituisce quelli che saranno i samaritani dell’epoca di Cristo.
I paragoni fra i libri dei Re e i libri delle Cronache
1 e 2 RE | 1 e 2 CRONACHE |
Prospettiva profetica | Prospettiva sacerdotale |
Si parla più delle guerre | Si parla più del tempio |
I destini dei troni | La continuità della stirpe davidica |
Il resoconto di Israele e Giuda | Il resoconto soprattutto di Giuda |
La moralità | La redenzione |
[1] The Zondervan Pictorial Encyclopedia of the Bible [L’enciclopedia pittorica Zondervan della Bibbia] H-L:719.
[2] Vedere Edersheim, “History of Israel and Judah” [“La storia di Israele e Giuda”], vol 6, pp. 112-117