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Schema
I. Introduzione
A. Contesto di studio
1. I Rotoli del Mar Morto
2. Il messaggio di Isaia pertinente ai giorni nostri
3. Il tema della conferenza è abilmente illustrato da Isaia.
B. Versetti chiave per mostrare la relazione
1. Luca 4:17-21; Isaia 61
2. Isaia 28, 40, 53 e 62
II. Discussione
A. Istituzione della chiesa
1. Isaia 2
2. Atti 2
B. Il messaggio di Isaia per Giuda e Gerusalemme
1. Il castigo per il peccato
2. Salvezza dal peccato
C. Profetizzato sotto quattro re
1. Uzzia, Iotam, Acaz, Ezechia
2. Idolatria; debolezza della nazione; forza dei nemici
3. Mostrare il collegamento con 2 Re 19
D. La divinità del Signore basata sull’accuratezza delle profezie
1. Triplice scopo del libro:
a. Avvisare dell’imminente sventura
b. Speranza gloriosa del Messia che viene
c. Gemme profetiche
2. Ciro – Isaia 44:28
3. Isaia 7:14 e 9:6 si adempiono in Matteo 1:18-23.
E. Gesù e Davide e il premillennialismo
F. Passaggi usati in modo improprio
III. Conclusione
A. Isaia 59 e Romani 11
B. L’amore insondabile di Dio
01 – Introduzione
Siamo grati che i Rotoli del Mar Morto siano stati ritrovati nella primavera del 1947. Questo straordinario ritrovamento archeologico ha fatto sì che il libro di Isaia sia stato letto e considerato con maggiore attenzione. Per questo il mondo è stato benedetto. Gli studenti della Bibbia hanno concentrato la loro attenzione sul grande profeta messianico. Dai 66 capitoli di questo eloquente trattato emergono preziose e pratiche lezioni per gli uomini di oggi. Il messaggio di Isaia per Giuda e Gerusalemme è, sotto molti aspetti, altrettanto reale, commovente e necessario per oggi come lo era nel settimo secolo avanti Cristo.
Il tema di questa serie di conferenze è: “La gloria di Dio e la salvezza dell’uomo attraverso Gesù Cristo”. Forse meglio di qualsiasi altro libro dell’Antico Testamento Isaia sottolinea questa tesi. Notiamo un passo in Luca 4:17-21 per illustrare il punto. Qui troviamo Gesù nella sinagoga di Nazareth il giorno di sabato, subito dopo la tentazione di Satana.
“Gli fu dato il libro del profeta Isaia e, aperto il libro, trovò quel passo dov’era scritto: ‘Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò, mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha inviato per guarire quelli che hanno il cuore spezzato, per annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l’anno accettevole del Signore’. Poi, chiuso il libro e resolo all’inserviente, si mise a sedere, e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. Egli prese a dire loro: ‘Oggi si è adempiuta questa Scrittura, che voi avete udito’”.
Questa citazione, tratta dal capitolo 61 di Isaia, fu usata più tardi da Gesù per dimostrare agli amici di Giovanni, il Battista, che Egli era il Messia (Matteo 11:1-6). Vediamo quindi che il libro di Isaia enfatizza abilmente il nostro tema: la gloria di Dio e la salvezza dell’uomo attraverso Gesù Cristo. Il grande profeta Isaia ha sottolineato il bisogno del mondo di un Salvatore. Nel Nuovo Testamento troviamo 43 volte citazioni di Isaia. Quattro dei più importanti collegamenti tra il profeta messianico e lo svelamento dello schema di redenzione si trovano in Isaia 28, 40, 53 e 62. Questi passaggi parlano del Salvatore rifiutato come pietra angolare della grande salvezza; l’opera di Giovanni come preparatore del Signore; l’Unico contuso per le nostre iniquità; e il conferimento del nome divino una volta che i Gentili furono accolti nella grazia di Dio. Troverete questi adempimenti in 1 Pietro 2, Marco 1, Atti 8 e Atti 11. Osserviamoli in questo momento. In Isaia 28:16 troviamo queste parole:
“Perciò così parla il Signore Dio: ‘Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire'”.
In 1 Pietro, capitolo 2, versetto 6, lo scrittore ispirato usa questa sorprendente affermazione e si riferisce a Cristo Gesù, il Signore. Confrontando Efesini 2:20; Matteo 16:18; Salmo 118:22, e Atti 4:10-12, cogliamo la dolce verità che, anche se Gesù è stato rifiutato dalla gente del suo tempo, tuttavia è stato la pietra angolare principale del proposito eterno di Dio! Egli era infatti un fondamento sicuro, provato, prezioso.
02 – Un uomo che grida nel deserto
In Isaia 40 leggiamo di uno che avrebbe gridato nel deserto: “Preparate la via del Signore”. Come risultato del suo lavoro, ogni ostacolo sarebbe stato tolto, affinché la gloria del Messia possa essere rivelata. Il profeta ricordò brevemente al suo pubblico che ciò sarebbe sicuramente avvenuto “perché la bocca del Signore l’ha detto”. Nella prima parte del racconto del Vangelo di Marco, ci rallegriamo di leggere:
“Come sta scritto nei profeti: ‘Ecco io mando il mio messaggero davanti alla tua faccia, che preparerà la tua strada davanti a te’. La voce di uno che grida nel deserto: ‘Preparate la via del Signore, rendete diritto il suo cammino’. Giovanni battezzava nel deserto e predicava il battesimo di pentimento per la remissione dei peccati”.
Questo legame tra Isaia e il Messia è spesso minimizzato. Tuttavia, Giovanni il Battezzatore fu veramente uno dei più grandi servitori di cui il Signore si è servito nello svolgimento del suo processo per la salvezza. Ma ora veniamo al gioiello di tutti. I predicatori del Vangelo, devoti studenti delle Scritture, ogni amante di Gesù ha familiarità con Isaia 53:3-7. È chiaro che si tratta di uno dei passi più toccanti, in attesa dell’Unto di Dio. Per lo scettico più incallito, il compimento infallibile di queste parole nel processo, nella crocifissione e nella sepoltura dell’Agnello di Dio fa sì che il mondo esclami: “Isaia 53 è semplicemente storia scritta prima che accadesse!”. Saremmo tuttavia poco saggi se limitassimo la potenza della morte di Cristo ai soli eventi storici. Filippo, un evangelista del Signore nel primo secolo, utilizzò Isaia 53 come testo in un sermone per la salvezza delle anime. Isaia era stato ispirato a scrivere queste parole come un messaggio di speranza a un segmento degenerato e mondano del giudaismo.
Vogliamo rileggere questa gemma di pathos profetico?
“Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia, erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via, ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca”.
È significativo che Atti 8:35 ci informi che Filippo cominciò dalla stessa Scrittura e predicò all’Etiope – Cristo! Il libro di Isaia sottolinea certamente la gloria di Dio e la salvezza dell’uomo attraverso Gesù Cristo. Nei primi due versetti di Isaia 62 leggiamo quanto segue:
“Per amore di Sion io non tacerò, per amore di Gerusalemme io non mi darò posa, finché la sua giustizia non spunti come l’aurora, la sua salvezza come una fiaccola fiammeggiante. Allora le nazioni vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore pronuncerà”.
Secondo il decimo capitolo degli Atti, i Gentili erano i destinatari della giustizia che si era diffusa da Gerusalemme attraverso il Vangelo di Cristo. Pietro, il servo di Cristo che serviva come predicatore presso la dimora di Cornelio a Cesarea, dovette difendere l’ammissione dei Gentili nella grazia di Dio. Questa difesa è registrata in Atti 11. Nel versetto 26 di Atti 11 leggiamo
“ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani”.
Ecco un nome nuovo. Dato divinamente. Era il nuovo nome “che la bocca del Signore” aveva nominato. Poiché in 1 Pietro 4:16 apprendiamo che glorifichiamo Dio attraverso il nome cristiano, vediamo in Isaia 62 un altro anello della catena di profezie e dell’adempimento. C’è un filo conduttore che corre così vero nel grande libro di Isaia. Questo schema chiaramente intessuto può essere riassunto in una sola parola: Messia.
03 – Cosa cela il secondo capitolo
Un altro passo molto familiare di Isaia si trova nel secondo capitolo, i primi quattro versetti. Lì, leggiamo del monte della casa del Signore che sarà stabilito a Gerusalemme negli ultimi giorni. Tutte le nazioni sarebbero confluite in esso. La legge del Signore sarebbe stata emanata da Gerusalemme. Leggendo 1 Timoteo 3:15, impariamo che la casa del Signore non è altro che la Chiesa di Dio. In Atti 2 veniamo informati sulla data di inizio della casa o famiglia spirituale di Dio (Ebrei 3:1-6; Efesini 3:15). I dettagli di Isaia 2 sono tutti riportati: Gerusalemme, l’ultimo giorno, la legge del Signore, tutte le nazioni rappresentate. Ancora una volta ci troviamo di fronte al nostro tema: “La gloria di Dio e la salvezza dell’uomo per mezzo di Gesù Cristo”.
04 – Il peso di Isaia nel suo tempo
È una vera tentazione consumare tutto il nostro tempo su questa linea di presentazione. E potremmo farlo. Ma farlo significherebbe trascurare il messaggio che Isaia aveva per la gente del suo tempo. Dobbiamo dedicare un po’ di energia ai contenuti del libro stesso. Se ricordiamo che la vera voce del Signore al suo popolo era il profeta, possiamo apprezzare al meglio il peso di Isaia. Il suo compito era quello di parlare a Giuda per conto di Dio. Il suo messaggio, la sua autorità e il suo scopo erano tutti racchiusi nell’unico precetto cardinale: fare la volontà del Cielo. Leggere il libro di Isaia è rendersi conto che questo grande portavoce era intensamente dedito al suo compito. Quando il Signore volle trasmettere al suo popolo l’idea della prigionia, “Isaia camminò nudo e scalzo per tre anni come segno e meraviglia” (Isaia 20:3). Quando c’era bisogno di qualcuno per servire il Signore, il profeta, in un ritornello profondo, commovente e adorante, esclamò: “Eccomi, manda me” (Isaia 6:8). Quando c’era bisogno di sottolineare l’enorme gravità del peccato, il profeta affermava che i peccati e le iniquità degli israeliti avevano causato l’alienazione tra loro e Dio (Isaia 59:1-2). Sullo stesso argomento, in un contesto più grafico, sentiamo pronunciare da Isaia:
“Ma gli empi sono come il mare agitato, quando non si può calmare e le sue acque cacciano fuori fango e pantano. Non c’è pace per gli empi, dice il mio Dio” (Isaia 57:20-21).
E tuttavia, con familiare chiarezza, oltre ai passi che trattano direttamente del liberatore che un giorno sarebbe uscito da Sion, leggiamo in Isaia 1:18 queste promesse emozionanti:
“Poi venite, e discutiamo, dice il Signore; anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana.”
Questo passo mi ricorda sempre Apocalisse 1:5 che ci parla dell’amore di Gesù e della preziosa verità che gli uomini sono stati lavati dai loro peccati nel Suo stesso sangue!
05 – Le profezie
Isaia profetizzò ai tempi di Uzzia, Iotam, Acaz ed Ezechia. Il suo lavoro era a favore di Giuda e della sua capitale Gerusalemme. Arrivò sulla scena proprio quando l’Assiria era al culmine della sua potenza. Il rovesciamento di Israele e di Samaria, la sua capitale, avvenne nel 722 a.C. Uno dei principali punti di Isaia era quello di tenere Giuda lontano dal dominio assiro ed egiziano. Nel regno malvagio di Acaz, l’idolatria e il compromesso erano così prevalenti che Isaia dovette davvero affrontare una lotta gigantesca. In Ezechia trovò una coorte che contribuì ad arginare almeno la marea dell’idolatria. Tuttavia, anche Ezechia incrementò l’ascesa di Babilonia, che si consumò infine con la prigionia di Giuda sotto Nabucodonosor.
06 – Le tre parti del libro
Anche se la maggior parte dei critici divide il libro di Isaia in due sezioni distinte, in realtà ci sono tre parti ben definite del libro. I primi 35 capitoli illustrano il decadimento morale degli ebrei e la rapida punizione che si abbatterà su di loro per i loro peccati e la punizione da parte del Signore delle nazioni che affliggevano il suo popolo. I capitoli dal 36 al 39 costituiscono il collegamento storico con il libro di 2 Re, dove si fa riferimento al profeta Isaia. L’evento più singolare di questa sezione è parallelo a quello di 2 Re, capitolo 19, dove le schiere assire sotto Sennacherib circondarono Gerusalemme. L’apparente devastazione era alle porte. Miracolosamente, l’angelo del Signore colpì 185.000 assiri e salvò la capitale di Giuda. Nei capitoli 40-66 troviamo discorsi di consolazione. La speranza della restaurazione da Babilonia arde luminosa. La principale deduzione di questi capitoli è semplicemente questa: il Signore basa il suo diritto di governare sul suo popolo sull’esatto adempimento degli enunciati profetici. L’esempio più notevole è quello di Ciro. Proprio come Isaia aveva avvertito della cattività babilonese prima che Babilonia fosse anche solo una nota potenza mondiale, ora salta, cioè non parla di Nabucodonosor, Nabonide e Baldassar e indica in un uomo non ancora nato il liberatore temporale di Giuda dalla cattività: Ciro della dinastia medo-persiana! Così Isaia, portavoce di Dio, ha fatto una profezia fantastica che si proiettava in un futuro di 160 anni. Il Signore basava la sua pretesa di governare sugli Ebrei sul completo adempimento di tale predizione. Nell’anno 536 a.C., a Babilonia, il re persiano Ciro fu talmente sopraffatto da una descrizione così esatta di lui che lasciò andare i figli di Dio! Leggete Isaia 44:28; 45:1-14; 2 Cronache 36:22. Nel Deuteronomio, capitolo 18 abbiamo appreso che la prova dei veri profeti è l’avverarsi di ciò che hanno scritto sugli eventi futuri.
Il libro di Isaia ha un triplice scopo. Prima di tutto, il profeta avverte Giuda di un’imminente rovina dovuta alla sua mancanza di fedeltà al Signore. In secondo luogo, le profezie furono date per dimostrare la divinità del Signore. In terzo luogo, la speranza gloriosa della venuta del Messia è splendidamente rappresentata. In quest’ultima parte, non dobbiamo trascurare Isaia 7:14; 9:5; 11:1-9 e 22:20-22. I primi due sono quelli già noti che affermano:
“Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele… Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”.
In Matteo 1:18-23 vediamo chiaramente queste profezie che si realizzano:
“La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: ‘Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati’. Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: ‘La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele: che tradotto vuol dire Dio con noi’”.
07 – Il tema del libro
Il nostro tema è ancora una volta illustrato con forza: La gloria di Dio nella salvezza dell’uomo attraverso Gesù Cristo. Il libro di Isaia getta un ponte tra l’antico e il nuovo! I pensieri che richiedono attenzione nei capitoli 11 e 22 costituiscono una forte argomentazione contro l’odiosa dottrina del premillennialismo, soprattutto per quanto riguarda l’idea che Gesù non è ora sul trono di Davide. A quanto pare, Colui che sarebbe uscito dalla stirpe di Iesse è lo stesso che è uscito dai lombi di Davide. In Atti 2:30 troviamo che Cristo ha adempiuto queste affermazioni (2 Samuele 7:12; Isaia 11:1). In 1 Re 2:12 e in 1 Cronache 29:23 apprendiamo che il trono di Davide e il trono del Signore sono la stessa cosa. Ma in Atti 2:30, Efesini 1:20-23 e soprattutto in Apocalisse 3:21, apprendiamo che Gesù è ora “sul trono del padre”. Pertanto, Cristo è ora sul trono di Davide, esercitando la sua autorità e usando “la chiave della casa di Davide” (Isaia 22:22). Egli continuerà a regnare finché l’ultimo nemico, la morte, non sarà messo sotto i suoi piedi. Alla venuta del Signore il regno sarà consegnato a Dio (1 Corinzi 15:23-25). Sì, quando Cristo, il Signore, passò attraverso i cieli fino all’Antico dei Giorni, ha iniziato a regnare come sacerdote e re sul trono di Dio (Daniele 7:14; Zaccaria 6:13).
Ci sono diversi contesti in Isaia che spesso vengono usati in modo improprio. Notiamo quattro di essi. Isaia 35:8 recita:
“Là sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata la Via Santa; nessun impuro vi passerà. Essa sarà per quelli che la seguiranno, per quelli soltanto; anche gli insensati non potranno smarrirvisi”.
Invece di sottolineare la semplicità della via di Dio e di come anche le persone di mentalità semplice possano trovare la salvezza, questo passo insegna evidentemente la verità che i viandanti, i personaggi empi e ribelli, non inciamperanno accidentalmente nell’alta via della santità. Nel capitolo 14:12 troviamo un altro testo di Isaia ben noto, ma usato in modo improprio: “Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell’aurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni?”. Per anni questo è stato usato come un testo preferito per dimostrare che Satana è un angelo caduto. Lucifero è diventato persino un sinonimo di diavolo. Una lettura attenta del testo, tuttavia, mostrerà che questo si riferisce a Babilonia in generale e a Nabucodonosor in particolare! In Isaia 55:8 troviamo uno dei passaggi più citati dell’intero libro: “’Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie’, dice il Signore”. Di solito usiamo questo passo, insieme a 1 Corinzi 1:18-25, per sottolineare la sapienza di Dio e la stoltezza dell’uomo. Anche se questa è una verità biblica, sembra che Isaia stia semplicemente affermando il fatto che Giuda non aveva conservato le vie e i pensieri di Dio nei loro cuori e nelle loro menti. Non stavano cercando il Signore; i malvagi non stavano abbandonando le loro vie malvagie. I pensieri e le vie di Dio erano estranei a loro per loro scelta. Pertanto, un rapido castigo si sarebbe abbattuto su di loro. Nel capitolo 66 leggiamo di “nuovi cieli e una nuova terra”. Una lettura onesta di questo passo farà a meno dell’ideale sognatore di un’utopia terrena. Demolirà la dottrina dei “testimoni di Geova”. Ci aiuterà a comprendere lo stesso pensiero in 2 Pietro, capitolo 3. Nel racconto di Isaia esso significava semplicemente una nuova relazione, un nuovo luogo di dimora per gli ebrei. Significava il ripristino dell’armonia con Dio. Questa è la benedizione per noi in 2 Pietro 3. I nuovi cieli e la nuova terra per gli Ebrei rappresentavano il loro ritorno al precedente rapporto di beatitudine con il Signore. L’uso che Pietro fa degli stessi termini per i cristiani fedeli ha luogo quando prendiamo di nuovo parte dell’albero della vita in mezzo al Paradiso di Dio (Apocalisse 22:14).
08 – Conclusione
Una sintesi molto appropriata di Isaia e della sua relazione con lo schema della redenzione è registrata in Isaia 59 e Romani 11. Il profeta aveva menzionato la peccaminosità del popolo. Nel versetto 20 di Isaia 59 leggiamo di un vibrante raggio di speranza: “‘Un salvatore verrà per Sion e per quelli di Giacobbe che si convertiranno dalla loro rivolta’, dice il Signore”. Nella sezione più difficile dell’epistola ai Romani, Paolo menziona la situazione dei religiosi ebrei. Afferma che, a causa dell’incredulità, erano stati rifiutati. Giuda aveva rifiutato la bontà di Dio e quindi aveva sentito il pungolo della sua severità. L’apostolo ispirato fa poi riferimento a Isaia 59:20, informando le pecorelle smarrite della casa d’Israele che una e tutte possono essere salvate – come lui era stato riscattato – “dal Liberatore che sarebbe venuto da Sion”. Questo Redentore avrebbe allontanato l’empietà da Giacobbe quando avrebbe tolto i loro peccati. È vero che il figlio di Dio è diventato “una pietra d’inciampo per le due case d’Israele, un laccio e una rete” (Isaia 8:14-15) per molti. Coloro che Lo hanno rifiutato un giorno conosceranno la ferocia della Sua ira (Isaia 49; Apocalisse 19:10-16).
Concludiamo il nostro studio del grande libro di Isaia nella sua coalizione vitale con la salvezza dell’uomo, la gloria di Dio e l’opera di Gesù Cristo nel linguaggio impressionante di Romani 11:33-36: “Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! Infatti, chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato Suo consigliere? O chi Gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio? Perché da Lui, per mezzo di lui e per Lui sono tutte le cose. A Lui sia la gloria in eterno. Amen”.
Domande
- Quando sono stati trovati i Rotoli del Mar Morto?
- Quanti capitoli ci sono nel libro?
- Quando scrisse Isaia? Indica i quattro re di Giuda in questo periodo.
- Quale passo del libro di Luca illustra il nostro tema? Dove si svolgeva?
- Quanti riferimenti a Isaia troviamo nel Nuovo Testamento? Nominare quattro dei più noti ed essere in grado di discuterli.
- Isaia fa riferimento all’opera di Giovanni Battista? Dove? Che cosa dice al riguardo? Dove troviamo un adempimento nel Nuovo Testamento?
- Qual è la profezia messianica più famosa? Nel Nuovo Testamento chi l’ha utilizzata per un sermone su Cristo?
- Quale fu il nuovo nome che il Signore diede al suo popolo una volta che i Gentili furono accolti nella Sua giustizia? Citare i passi dell’Antico e del Nuovo Testamento.
- Quale parola riassume meglio il pensiero principale del libro di Isaia? Spiegare.
- C’è un contesto in Isaia per l’istituzione della Chiesa nel giorno di Pentecoste? Se sì, discutete a fondo quest’idea.
- Il profeta Isaia è menzionato in qualche altro libro dell’Antico Testamento in relazione a Ezechia? In caso affermativo, dove e discutere gli eventi menzionati.
- Su quale base il Signore, attraverso Isaia, pronunciò le profezie? Discutere Deuteronomio 18:22, come si applica.
- Identificare: Sennacherib, Ciro, Nabucodonosor, Lucifero.
- Procurare dei passaggi che dimostrino che il trono di Davide e il trono del Signore sono la stessa cosa e che Gesù vi regna ora. Che cos’è il premillenarismo? Cosa c’è di sbagliato in questa dottrina?
- Mettere in relazione Isaia 59 e Romani 11.