1 – Il periodo antediluviano, 4004–2348 a.C.

Dalla creazione al diluvio

Genesi 1:1—8:13


Introduzione: il libro della Genesi

La Genesi (generazione, inizio) è il “libro delle origini”. Genesi 1:1 racconta la genesi di tutte le cose. La frase “le generazioni di…” [tradotto in modi diversi in italiano – n.d.t.] viene usata dieci volte, così come segue: “le origini dei cieli e della terra” (Genesi 2:4); “discendenza di Adamo”, 5:1; “di Noè”, 6:9; “dei figli di Noè”, 10:1; “di Sem”, 11:10; “di Terah”, 11:27; “di Ismaele”, 25:12; “di Isacco”, 25:19; “di Esaù”, 36:1; “di Giacobbe”, 37:2.
Il frequente uso di quest’espressione non è casuale. L’autore tratta intenzionalmente degli inizi della storia. Questa caratteristica del primo libro della Bibbia ha subito attratto l’attenzione, e per questo, fu appropriatamente chiamato “Genesi”.


1. La genesi dell’universo (Genesi 1:1)

a. Il problema illustrato.

Con una barra a ferro, si possono fare martelli, cesoie, macchine, fino ad orologi, ecc. Ma questo non è creazione: è trasformazione. Il ferro da dove viene? Chi l’ha fatto? Ecco l’universo: i soli, le stelle, i mari, la vita oltre ogni misura. La domanda di fondo non è di trasformazione, ma di origine.

b. Il problema risolto.

Da secoli la ragione lavora al problema dell’universo. “Eterno”, “autocreato”, “il caso”: ecco alcune delle possibili soluzioni. Altre soluzioni sono sfigurate da un grezzo politeismo.
In mezzo a questa babele di opinioni, il nostro autore vede con chiarezza che non è il caso, che niente si autocre e che ogni effetto deve avere una causa adeguata.
Una parola dalla sua penna ispirata risolve il problema: “Nel principio DIO creò i cieli e la terra” (Genesi 1:1). La soluzione è Dio. Dat Dio, tutto il resto ne consegue.
“Poiché egli parlò e la cosa fu; egli comandò e la cosa sorse” (Salmo 33:9).

c. Il tempo.

“Nel principio”. La scienza parla con cognizione di milioni di anni. Bene allora: riportare l’origine delle cose indietro di milioni di millenni è Genesi 1:1 soddisfa il quesito.


2. La genesi dell’ordine (Genesi 1:2—2:3)

Il racconto della creazione indica (a) un caos primordiale, “informe e vuoto”; (b) un’energia organizzativa, “lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque” (Genesi 1:2); e sei giorni o periodi consecutivi della genesi dell’ordine.

  1. La genesi della luce.
    Laplace è l’autore dell’ipotesi nebulare. Fu proposto per appoggiare Genesi, ma per spiegare l’universo. Secondo questa teoria la condensazione di materia gassosa è accompagnata da un’intensa luce che emette calore.
    Gli uomini hanno chiamato Mosè uno scienziato perché metteva la luce prima del sole, e Laplace uno scienziato per aver fatto la stessa cosa.
  2. La genesi dell’atmosfera.
    Il vapore denso di vapori si condensa e cade come pioggia e si eleva come nuvole e l’atmosfera diviene visibile non come una tenda smisurata di azzurro.
  3. La genesi dei continenti, dei mari e della vegetazione.
    Sembra essersi stato un periodo di movimenti elevati e depressioni della crosta terrestre, senza continenti, senza isole, senza sponde. Dio parlò e i continenti si alzarono dai letti oceanici e le isole costellarono i mari.
    Dapprima la terra è nuda e arida, ma nel corso del giorno viene rivestita di una vegetazione variegata.
  4. La genesi del sole, della luna e delle stelle.
    Il resoconto della creazione può essere compreso come “fenomenico” o “panoramico”, cioè, la descrizione degli eventi come apparirebbero a un osservatore dalla terra.
    I corpi celesti esistevano indubbiamente prima di quel quarto periodo, ma solo allora sono diventati visibili dalla terra.
  5. La genesi della vita marina e dei volatili.
    Si varca la linea della vita. Fino ad ora un uccello fendeva l’aria, nessun pesce nuotava nei mari.
    Di nuovo, risuona il decreto divino: l’aria e i mari pullulano di vita. È l’era dei molluschi, dei rettili, degli uccelli e dei pesci.
  6. La genesi della vita sulla terra e dell’uomo.
    La particolarità del sesto periodo è l’uomo; la particolarità dell’uomo è che è nell’immagine di Dio (Genesi 1:27). Il termine “creare” viene usato tre volte in questo capitolo:
  • In 1:1, per l’universo;
  • In 1:21, per l’origine della vita degli animali;
  • In 1:27, per la genesi dell’uomo.

La prima segna la linea fra il non-essere e l’essere, la seconda fra il non-vivente e il vivente, la terza fra la bestia e l’uomo. Da un lato, l’uomo è rivolto verso il basso nell’immagine della terra alla quale ritorna, della vita delle piante che sprofondano le loro radici nel suo terreno, e degli animali che vagano sulla sua superficie.
Ma, a differenza di loro, si rivolge anche verso l’alto.

L’uomo è nell’immagine di Dio nelle seguenti qualità:

  • (a) Nella capacità di intendere con intelligenza. Prima dell’uomo esistevano l’ordine e la bellezza, ma nessun essere al mondo apprezzava l’ordine o la bellezza, o collegava la causa all’effetto. Solo Dio poteva creare e solo l’uomo, nell’immagine di Dio, poteva avvertire il piano e la bellezza della creazione di Dio.
  • (b) Nella sensibilità, nei sentimenti appropriati e intelligenti.
  • (c) Nella capacità di una scelta intelligente.
  • (d) Nella natura morale, nel senso del bene e del male.
  • (e) Nel dominio.

L’espressione “dominate sui” (Genesi 1:26) è lo “statuto di colonizzatore” dell’uomo. Gli dà il diritto alla terra e a tutti i suoi prodotti. Inoltre, riveste la creazione materiale di significato morale: il suo fine è l’uomo, e il fine ultimo dell’uomo è Dio.

Un paio di aspetti del racconto della creazione meritano di essere notati:

  1. La sua notevole armonia con i risultati stabiliti della scienza: in quanto c’è stata una genesi, il caos precede l’ordine e la creazione non è avvenuta simultaneamente, ma in maniera graduale e procede per sviluppo progressivo.
    • La progressione è stata dal più semplice al più complesso, e, infine, in sintonia con l’ordine delle successive creazioni.
    • Il primo capitolo della Genesi era semplicemente indovinato? In un’epoca non scientifica Darwin, Tyndall o Huxley l’avrebbero indovinato ugualmente bene?
  2. La storia della genesi non è rigorosamente storia.
    • La storiografia fa uso di risorse umane d’informazione, di tradizioni orali, di leggi e documenti scritti e di monumenti antichi.
    • Nessuna tradizione può volgersi indietro oltre l’apparizione dell’uomo nel mondo.
    • Doveva essere una rivelazione sovrannaturale.

Così la Bibbia comincia, così finisce.
Il passato sconosciuto e il futuro sconosciuto appaiono rivelati nelle visioni che aprono e chiudono la Bibbia.


3. La genesi del peccato (Genesi 2:4—3:24)

Il brano della Genesi 1:1—2:3 fa parte di un resoconto generale della creazione e ricapitola la genesi dando un resoconto più particolareggiato dell’uomo.

  • Nella prima parte il tema è la natura, incluso l’uomo.
  • Traccia tutta la natura fino a Dio, il suo principio infinito e intelligente.
  • Nella seconda parte il tema maggiore è l’uomo.

Qui è mostrato nel suo vero rapporto come coronamento e signore della creazione, perché egli è nell’immagine del suo Creatore.

a. Lo stato originario

A questo punto entriamo nella vera storia. La rivelazione può utilizzare fonti umane di conoscenza.
La nostra conoscenza dello stato originario si estende a quanto segue:

  1. Alla dimora dell’uomo.
    • Era l’Eden. Due fiumi ben noti, l’Eufrate e il Tigris, indicano l’Asia sud-ovest.
    • Una tradizione molto diffusa, confermata dalla ricerca scientifica moderna, indica le alte terre a sud del Caucaso come culla dell’umanità.
  2. Alla società.
    • L’uomo non è fatto né per rimanere solo, né per trovare vera compagnia nelle forme più evolute degli animali.
    • Le finalità più alte del suo essere possono essere raggiunte solamente con la sua stessa specie e con la vita familiare.
    • La creazione di Eva insegna l’unità e l’eguaglianza essenziale dell’umanità.
  3. Al lavoro.
    • L’uomo non è stato concepito per l’indolenza.
    • Nell’indolenza le capacità si arrugginiscono e il senso morale viene meno.
    • Egli è posto nel giardino per lavorarlo e mantenerlo.
  4. Allo stato morale.
    • Lo storico immagina uno stato di piena comunione con Dio, una felicità fatta di innocenza e di fiducia perfetta, e una grande libertà:

“Mangia pure liberamente di ogni albero del giardino” (Genesi 2:16),
ma con un’unica limitazione che è “dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare” (Genesi 2:17).

  1. La libertà deve avere i suoi limiti e l’uomo deve rispettare la legge e assoggettare l’egoismo ad un bene superiore.
  2. Sovrano in terra, deve assoggettarsi a Dio.

b. La trasgressione

Di già, il peccato e il peccatore sono nell’universo.
Entrambi trovano la strada per l’Eden.

Il serpente fa la sua apparizione, o come simbolo o come agente di Satana (vedete Giovanni 8:44; Apocalisse 12:9; 20:2).

Osservate il corso della tentazione e del peccato.

C’è una domanda insinuante

“Ha DIO veramente detto ‘Non mangiate di tutti gli alberi del giardino’?” (Genesi 3:1), seguita da una menzogna calunniosa “voi non morrete affatto” (Genesi 3:4).
Poi seguono, con una successione veloce:

  • La sfiducia in Dio,
  • Il desiderio sbagliato,
  • La scelta sbagliata,
  • La disubbidienza sfacciata.

Il ritorno a Dio rovescia tutto questo:

  • Fede nella verità,
  • Fiducia in Dio,
  • Desiderio giusto,
  • Scelta giusta,
  • Resa completa alla volontà di Dio.

c. La penalità

Come naturale, necessaria conseguenza arriva il senso di colpa e di separazione:

“Adamo ed Eva si nascosero” (Genesi 3:8).

Arriva anche la pena giudiziaria:

  • Sulla donna: sofferenze moltiplicate.
  • Sull’uomo: fatica aumentata.
  • Per entrambi: una grande speranzail seme promesso per schiacciare la testa del serpente.

In Genesi 3:15, alla porta dell’Eden perduto, scorgiamo la prima velata profezia del lavoro di redenzione di Cristo.


4. Echi della creazione e della caduta

La letteratura antica contiene tracce interessanti dei grandi eventi riportati finora, ma sono contaminate da concetti pagani e si collocano molto al di sotto della grande esposizione ispirata.

“La storia della Caduta, come quella della Creazione, ha girovagato per tutto il mondo.
Le nazioni pagane l’hanno trapiantata e mescolata alla loro geografia, alla loro storia, alla loro mitologia, ma non ne hanno mai completamente cambiato forma e spirito da renderla irriconoscibile.

Tuttavia, nella legge mosaica, la storia della Caduta preserva la qualità di evento umano, mondiale e universale, e i sospiri profondi della Creazione, la redenzione che è in Cristo Gesù, e il cuore di ogni uomo cospirano con la loro testimonianza alla verità più letterale della narrativa.”


5. La genesi del sacrificio (Genesi 4:1-15)

I figli nascono in questa prima famiglia umana portando con sé sia luce che ombra.

I fratelli sono diversi:

  • Per il loro lavoro.
  • Per i sacrifici che portano.

Ma c’è una differenza ancora più profonda negli uomini stessi:

  • Caino è un lavoratore della terra.
  • Abele è un pastore di greggi.
  • Caino porta un’offerta di frutti della terra, cioè un offerta di ringraziamento.
  • Abele porta un primogenito del suo gregge, come un sacrificio per il peccato.

L’offerta di Caino è quanto Adamo ed Eva avrebbero potuto offrire nell’innocenza dell’Eden.

  • Non esprime un senso di peccato, né una preghiera per il perdono.
  • Inoltre, a Caino manca la fede che ha suo fratello Abele (Ebrei 11:4).
  • Il suo spirito, al contrario di quello di Abele, è incredulo, presuntuoso e ostinato.

È il caso del fariseo e del pubblicano dinanzi alle porte dell’Eden.

  • La gelosia di Caino lo spinge all’omicidio.
  • La fedeltà di Abele lo fa diventare un martire.
  • Uno è il primo di una lunga linea di uomini violenti.
  • L’altro è il primo in un elenco possente di uomini di Dio.

6. La linea di Caino (Genesi 4:16-26)

  • Caino ha un figlio, Enok, e costruisce una città: Enok.
  • Tale padre, tale figlio.
  • La linea di Caino è costituita da uomini intraprendenti ma senza Dio.
  • Caino, Enok, Irad, Mehujael, Methusael e Lamek.

Alla fine figura Lamek, nella cui famiglia le caratteristiche della linea arrivano al culmine.

  • Lamek ha due mogli.
  • I suoi figli sono:
    • Jubal → un musicista.
    • Jabal → un allevatore di bestiame.
    • Tubal-cain → un lavoratore di metalli.

La violenza di Caino si ripete in Lamek, come visto nel suo “canto della spada”:

“Ada e Tsillah, ascoltate la mia voce; Mogli di Lamek, fate attenzione alle mie parole!
Sì, io ho ucciso un uomo perché mi ha ferito,
e un giovane per avermi causato una lividura”
(Genesi 4:23).

Si possono trarre due lezioni da questo breve racconto:

  1. La civiltà materiale non è un dono divino, ma semplicemente uno sviluppo umano.
  2. La civiltà non è religione e nemmeno la può sostituire.

La linea di Caino ci dà le seguenti prime esperienze:

  • Omicidio.
  • Città.
  • Poligamia.
  • Musica.
  • Lavorazione dei metalli.
  • Poesia.

Ma non ci viene fornito nessun esempio di uomini che camminavano con Dio.


7. La linea di Seth (Genesi 5)

Sicuramente Adamo ha avuto altri figli dopo Seth, da cui discendono altre linee.

  • Questa sembra essere stata conservata perché porta a Noè, che rappresenta i suoi tratti migliori.
  • Attraverso Noè, l’umanità si perpetua e il seme promesso scaturisce..

La linea comprende dieci nomi, come segue: Adamo, Seth, Enosh, Kenan, Mahaleleel, Jared, Enok, Methusaleah, Lamek, Noè. A prima vista sembra un semplice registro di famiglia con le nascite, le età e le morti, e rassomiglia stranamente ai nomi della linea di Caino. Ma il poco che viene raccontato contrasta chiaramente con quella linea. Nei giorni di Seth e di Enosh, “si cominciò a invocare il nome dell’Eterno” (Genesi 4:26); “Ora Enok camminò con DIO; poi non fu più trovato, perché DIO lo prese” (Genesi 5:24); una frase significativa sia di comunione con Dio sia di un’immortalità benedetta. Noè era “uomo giusto e irreprensibile” e “camminava con Dio” (Genesi 6:9). Seppure molto scarno, questo resoconto contrasta acutamente i ritratti delle due linee di Caino e di Seth.


8. L’apostasia e il diluvio (Genesi 6:1—8:14)

a. Le tradizioni del diluvio

Non ci sono dubbi che questi capitoli descrivano un grande evento storico. Come abbiamo visto, echi dell’Eden e della caduta si trovano in molta letteratura dell’antichità. Ma nessun altro evento dell’antica storia biblica è così pienamente confermato quanto il diluvio. Ha lasciato un’impressione profonda e duratura.

Tradizioni a riguardo si trovano nelle quattro grandi razze:

  • ural-altaica,
  • camitica,
  • semitica
  • ariana.

Queste tradizioni variano molto tra di loro: alcune vengono in maniera grossolana distorte dal politeismo; mentre quelle più minuziose e precise sono quelle più vicine al punto dove l’arca venne a posarsi. I cinesi, gli indi, i caldei, gli egiziani, i greci, i celti, i lapponi, gli eschimesi, i messicani e gli americani del centro e del sud America hanno tutti conservato la tradizione.

Quella dei caldei è la più famosa e la più vicina al racconto biblico. Esiste in due forme:

  1. Quella di Berosus, un prete di Babilonia che scrisse in greco nel 260 a.C., che è conosciuta da parecchi secoli.
  2. Quella delle tavole cuneiformi scavate nelle rovine di Ninive nel 1872, dopo un riposo di venticinque secoli.

b. Le cause morali del diluvio

Il diluvio non è solo una catastrofe fisica, è un grande evento morale.

Leggete Genesi 6:5.

La società è moralmente e incurabilmente corrotta. Non ci vuole molto per vedere le cause dell’apostasia.

Leggete Genesi 6:1-5.

Ricordate ciò che è stato detto delle due linee di Caino e Seth. È probabile che la terribile degenerazione sia il risultato di matrimoni misti fra la linea di Seth (“i figli di Dio”) e la linea di Caino (“le figlie degli uomini”) (Genesi 6:2).

Come in tutti i compromessi con il male, i vantaggi sono dalla parte sbagliata e la conseguenza dell’apostasia è la distruzione dell’umanità.
Crimini estremi richiedono penalità estreme.

  • Il criminale incallito viene imprigionato a vita, o impiccato fino alla morte.
  • Gli antediluviani non sono stati le ultime persone spazzate dalla terra per i loro crimini.
  • Le acque del diluvio, la pioggia di fuoco che distrusse Sodoma per sempre, il soffio di pestilenza, la tempesta della guerra, sono stati messaggeri divini di giudizio.

c. I mezzi del diluvio

Colui che ha creato il mondo controlla mezzi abbondanti per la sua distruzione.

  • Prima dell’era dell’uomo, la terra è stata coperta dalle piogge e sommersa sotto i mari svariate volte.

“Le fonti del grande abisso scoppiarono e le cateratte del cielo si aprirono” (Genesi 7:11).

Ciò che è successo innumerevoli volte prima dell’apparizione dell’uomo, può facilmente succedere di nuovo tramite il piano di Dio, per uno scopo morale.

  • Parte dell’Asia occidentale è ancora oggi sotto il livello del mare e lo sprofondamento di altre parti la farebbe inondare, spazzando migliaia di persone dalla terra.

d. La durata e la vastità del diluvio

  • Piove per quaranta giorni.
  • Le acque continuano a salire per centocinquanta giorni e poi a sprofondarsi per duecentoventicinque giorni.

Il diluvio fu universale o, molto più probabilmente, accadde agli inizi della storia dell’umanità, prima che gli uomini si fossero propagati molto lontano.
Ognuno di questi punti di vista spiegherebbe la tradizione universale.


e. Noè e il diluvio

Alcuni nomi sono legati per sempre a certe grandi epoche:

  • Lincoln → all’emancipazione.
  • Garibaldi → al Risorgimento.
  • Mosè → all’esodo.
  • Noèal diluvio.

Leggete Genesi 6:9; 7:1; Ezechiele 14:14.

Noè è l’uomo di Dio, una figura eroica in un’età apostata.
Un altare dopo l’altro è caduto in rovina, ma i fuochi dell’altare di Noè non si spengono finché non sono spenti dal diluvio. Stare da soli richiede coraggio. Ma Noè osa procedere dove pochi osano seguire.

  • La completa ubbidienza e la sicurezza di Noè,
  • L’incurabile corruzione e la rovina dell’umanità,

Sono le importanti lezioni per noi. Per centovent’anni Noè predica incessantemente e vive eroicamente. I suoi sforzi sono premiati solo con sette convertiti:

  • Sua moglie
  • I suoi figli Sem, Cam e Jafet con le loro mogli.

Ma Noè ha successo: Ha fatto il suo dovere e affronta, superandolo, il diluvio.

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